Giornata Mondiale dell’Alimentazione
16 ottobre 2019: lotta allo spreco alimentare

Il 16 ottobre di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale dell’Alimentazione.
Questa data non è scelta a caso: è l’anniversario della fondazione della FAO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, avvenuta ben 74 anni fa in Canada – 16 ottobre 1945 Québec City.

Fra i diritti fondamentali dell’uomo c’è quello ad una giusta alimentazione; eppure nel mondo ancora milioni di persone non ne possono godere.
Il diritto al cibo è riconosciuto da tutta la comunità internazionale e persino sancito dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani del 1948; l’articolo 25 così recita:
“Ogni individuo ha diritto a un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della propria famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione”.
È inoltre inserito nelle carte costituzionali di oltre 20 Paesi e oltre 145 stati hanno ratificato il Patto Internazionale sui Diritti economici, sociali e culturali del 1966, che richiede agli Stati firmatari, tra l’altro, di introdurre apposite leggi sul diritto a un’adeguata alimentazione.

Ma nonostante tutte queste misure “ufficiali”, il diritto al cibo non viene garantito in ogni parte del mondo, soprattutto nei Paesi più poveri: è stato stimato dalla FAO che oltre 820 milioni di persone non hanno letteralmente abbastanza da mangiare.
Tutto questo avviene mentre in generale, nel mondo, è stato stimato che un terzo del cibo vada a finire nella spazzatura.
È proprio qui che la FAO con la Giornata Mondiale dell’Alimentazione vuole intervenire, sensibilizzando l’opinione pubblica al grandioso e gravissimo problema dello spreco alimentare.
La FAO ha ingaggiato una vera e propria lotta contro lo spreco alimentare e le cattive abitudini, a tutti i livelli sociali ed economici.

Lo spreco, infatti, risiede in ogni fase della produzione di cibo, a partire dalle fasi iniziali dall’agricoltura e dall’allevamento:

• si devono assolutamente adottare sistemi di produzione il più efficienti possibili;

• si devono ottimizzare i trasporti e le infrastrutture: può sembrare strano, ma parte dei prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento vanno persi per sistemi di trasporto e stoccaggio inadeguati;

• si devono adottare strategie di trasformazione degli alimenti più intelligenti e responsabili: attualmente parte dei prodotti di agricoltura e allevamento vanno persi anche per sistemi di trasformazione che tendono a soddisfare standard non tanto qualitativi e di equità, quanto piuttosto dettati da regole di mercato superficiali, come quelle che vogliono che un alimento risponda a determinati canoni estetici.


A tutto questo si aggiunge anche un atteggiamento superficiale e spesso noncurante da parte di coloro che di cibo a disposizione ne hanno e non si fanno problemi a buttarlo: quindi stiamo parlando anche di molti di noi, che magari fanno una spesa troppo eccessiva e si trovano a dover buttare cibo che deperisce in frigo – frutta e verdura in primis, seguiti da latticini, pesce e pane.
È infatti proprio la fase del consumo quella che rappresenta ancora la percentuale maggiore di spreco: dalle singole persone, alla ristorazione ai negozi, lo spreco alimentare raggiunge cifre inaccettabili.

L’impatto sociale di questa attitudine allo spreco è vastissimo e devastante: oltre a non tenere conto di tutti quei milioni di persone che non hanno la possibilità di avere garantito il minimo del cibo per la sopravvivenza, si favoriscono anche altri fenomeni di rilevanza globale.

Buttare il cibo significa anche:

• sfruttamento inutile e quindi spreco di risorse, come acqua e terreni destinati a coltivazioni e pascoli;

• alto impatto ambientale: il cibo buttato in un anno è responsabile dell’8% delle emissioni di gas serra;

• perdita di denaro


È per questo che la lotta allo spreco alimentare riguarda tutti noi: è vero che anche l’industria alimentare ha bisogno di un vero e proprio cambio di mentalità e di obiettivi produttivi, ma sta anche a noi, nel nostro quotidiano, imparare a gestire le risorse alimentari responsabilmente, senza sprechi.
È un dovere nei confronti di chi non può vedersi garantito un diritto fondamentale, dell’ambiente e di un possibile sviluppo economico.
Dobbiamo imparare a rivedere ogni nostro comportamento in funzione della possibilità di avere un futuro migliore per tutti.

La lotta allo spreco è uno dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU, adottati dal 2015 e che puntano a dimezzare le perdite alimentari globali, a tutti i livelli, entro il 2030.
Tutti noi abbiamo un ruolo in questa missione e rispettarlo è un dovere nei confronti del prossimo e anche di noi stessi.





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