Il vino ai tempi dei Romani
Nel bacino mediterraneo e oltre

Il vino è una bevanda antica e preziosa, che ha accompagnato la storia dell’umanità fin dai tempi più remoti. Tra le civiltà che hanno contribuito allo sviluppo della cultura vitivinicola, quella romana ha avuto un ruolo fondamentale, sia per la diffusione della vite in tutto il bacino del Mediterraneo e oltre, sia per le innovazioni tecniche e legislative che hanno influenzato la produzione e il consumo del vino.


Le origini della viticoltura romana
I Romani ereditarono la conoscenza della vite e del vino da popoli come gli Etruschi, i Greci e i Fenici, che avevano introdotto la coltivazione della vite in Italia, chiamata allora “Enotria”, cioè terra del vino.
Essi, con il tempo, perfezionarono le tecniche di coltivazione, adattandole ai diversi terreni e climi delle regioni conquistate dall’Impero, non solo in Italia, ma anche in Gallia, Spagna e Germania.

I primi vigneti specializzati sorsero in Campania, dove si produceva il famoso vino Falerno, apprezzato da poeti e imperatori.
Praticavano la potatura, l’innesto, la concimazione e la difesa delle viti da malattie e parassiti e usavano anche diversi sistemi di allevamento, come l’alberata etrusca, il pergolato, il filare con canne intrecciate e una sorta di cordone simile al guyot.
Con i Romani la produzione del vino raggiunse livelli elevati, tanto che Marco Porzio Catone nel II secolo a.C. descrisse la vite come la prima delle culture italiche.


La vinificazione all’epoca dei Romani
Partiamo dalla vendemmia: i grappoli venivano raccolti utilizzando dei coltelli a forma di falce e portati in cantina all’interno di ceste; quelli maturi ed integri venivano utilizzati per produrre il vino dei padroni, mentre quelli immaturi ed alterati servivano per produrre il vino degli schiavi.

Il mosto ottenuto da questi grappoli veniva fatto fermentare in grandi recipienti di terracotta chiamati “dolia”, che venivano tappati ed interrati per tre quarti della loro altezza.

La fermentazione, però, non era controllata e quindi il grado alcolico dei vini poteva variare molto. Per ovviare a questo problema i Romani effettuavano dei tagli, mescolando i vini meno alcolici con quelli più forti, o aggiungendo miele o aromi al mosto.


Il consumo del vino nell’Antica Roma
Il vino era una bevanda presente in ogni occasione nella vita dei Romani, sia nelle feste religiose dedicate a Bacco, sia nei banchetti pubblici o privati.
In genere veniva consumato diluito con acqua calda o fredda, secondo i gusti e la stagione e spesso veniva anche aromatizzato con spezie, erbe o frutta, o anche cotto per evitare che inacidisse.

Il vino era considerato un bene di prima necessità e un simbolo di civiltà. Era anche usato come medicina, come offerta agli dei e come moneta di scambio. Rappresentava quindi un elemento fondamentale della cultura romana, che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’enologia italiana e mondiale.

Siamo a tua disposizione
Per qualsiasi informazione sui nostri vini o per acquistare i prodotti o fare una degustazione, inviaci la tua richiesta.