Ricciarelli
Una dolce tradizione toscana

I Ricciarelli, come anche il Panforte di cui abbiamo già parlato, fanno parte della più antica tradizione dolciaria senese.
Attualmente sono forse conosciuti soprattutto come dolcetti delle festività natalizie, ma, in realtà, vengono prodotti e venduti tutto l’anno.

La loro storia è davvero molto antica, anche se non del tutto definita. Quello che è certo è che i Ricciarelli hanno attraversato i secoli mantenendo la loro fama invariata, tanto che nel 2020 è stata loro conferita la denominazione Igp. Ad oggi, quindi, gli unici ed originali Ricciarelli senesi sono conosciuti in tutto in mondo come Ricciarelli Igp.

Per chi non li conoscesse, i Ricciarelli si ottengono dalla lavorazione di un impasto a base di mandorle, zucchero e albume d’uovo, cotto in forno, che si differenzia dal marzapane per il suo aroma peculiare dato dalla scorza di arancia.
La loro forma è caratteristica quanto il loro gusto: hanno la forma di una losanga leggermente stondata, quasi ovale.
Dopo la cottura rimangono molto chiari e la loro superficie si presenta totalmente bianca per via della copertura di zucchero a velo. Questo almeno nella versione originale, perché, in realtà, ne esiste anche una versione più moderna, per i più golosi, con copertura di cioccolato.

ricciarelli di siena

Qualche accenno di storia


Anche se non possiamo ricostruire una storia dei Ricciarelli completa dalle origini ad oggi, possiamo però percorrere al ritroso la storia per individuare, più o meno, la nascita di quella che è divenuta, nel tempo, una delle più dolci tradizioni toscane.
Pare che i Ricciarelli discendano dagli antichi marzapanetti, dei dolci presenti sulle tavole nobili già nel XV secolo. Di questo siamo certi: abbiamo delle testimonianze storiche che ci raccontano che vennero proposti anche durante il banchetto di nozze di Caterina Sforza.

Questi dolcetti prendevano il nome dal marzapane di cui erano fatti, che ai tempi veniva “importato” dall’Oriente.
Come avviene l’evoluzione da marzapanetti a Ricciarelli? Questo, purtroppo, non è certo, ma ha di nuovo in un qualche modo a che fare con il lontano Oriente. Si dice che, probabilmente, i marzapanetti vengono ribattezzati “ricciarelli” volendoli associare al tipo di calzature con ricciolo finale in uso all’epoca nei Paesi orientali.
A noi questa spiegazione fantasiosa piace molto e ci va di pensare che sia quella corretta, anche se, si ritiene più probabile che la forma di questi dolcetti fosse originariamente leggermente arricciata e, quindi, il nome sarebbe derivato semplicemente da questo.

L’abbinamento perfetto


I Ricciarelli sono un perfetto dolcetto da fine pasto. Sono ottimi da soli; c’è poi chi li ama accompagnati ad un buon thè caldo o al caffè; ma l’abbinamento perfetto, quello ormai approvato unanimemente da secoli di tradizione, è quello con il Vin santo toscano.

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