L’Italia conferma il suo primato di produzione nazionale di vino anche se un calo dovuto alla stagione estiva particolarmente arida. Secondo Assoenoligi
“Per la vendemmia 2021 si stima, a partire dai dati raccolti a fine agosto, una produzione nazionale di vino di 44,5 milioni di ettolitri, in calo del 9% rispetto ai 49 milioni di ettolitri del 2020 (dato Agea, sulla base delle dichiarazioni di produzione
. Come sempre questo risultato è, al momento, la media di una forbice che oscilla tra un minimo di 43,7 ed un massimo di 45,3 milioni di ettolitri. Ma saranno cruciali le condizioni meteo delle prossime settimane per definire meglio il quadro produttivo”.)
Pur non avendo ancora i dati conclusivi di tutta la Penisola, è possibile affermare che le previsioni si siano avverate soprattutto per quanto riguarda la qualità. Pur con raccolti di minore qualità infatti abbiamo visto una maggiore qualità delle uve e ci si prepara ad una buona annata.
Tra i fattori che hanno condizionato la raccolta troviamo sicuramente l’aspetto meteorologico che, a causa dei forti cambiamenti climatici, ha mantenuto i produttori in forte apprensione durante tutto il periodo di raccolta.
Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi già a Settembre nella sua nota sulle previsioni della vendemmia in Italia dichiarava:
“I cambiamenti climatici, con una tropicalizzazione del clima, stanno condizionando sempre più il mondo dell’agricoltura e quindi del vino. È compito di noi enologi mitigare gli effetti negativi ed esaltare quelli positivi”.
“La qualità del vino – aggiunge Cotarella – dipende anzitutto dall’andamento climatico. Ma molto anche dal modo di condurre la vigna attraverso la scienza e la conoscenza che sono alla base dell’attività di noi enologi. Laddove viene applicata con la massima meticolosità avremo una vendemmia molto buona, in alcuni casi ottima ed eccellente. Questo, unito alle caratteristiche eterogenee del nostro territorio, porta a una situazione di previsioni vendemmiali molto differenti, anche in zone limitrofe. Ma per l’eccezionale capacità della vite di adattarsi e al lavoro incessante di vignaioli ed enologi, come detto, la qualità delle uve in Italia appare buona, con punte di eccellenza”.